Ricordiamo tutti noi nati negli anni ’45 e seguenti che l’economia delle Province agricole italiane era quasi autosufficiente ai bisogni della popolazione locale e certo non ci sarebbe mai venuto in mente di consumare pomodori o carciofi che venissero da Israele o dalla Spagna o, meglio ancora da paesi asiatici lontani miglia e miglia dalle nostre tavole.
La politica dell’industrializzazioni massicce portata dai governi degli anni ’60 scatenò quella che io chiamo “la guerra alla nostra madre terra”. Fu così che cominciò a prendere piede una nuova formula di utilizzo reddituale delle campagne: l’agriturismo.
I poderi si svuotarono dei figli dei coloni che, con il miraggio dello stipendio sicuro e di orari più comodi sembrava essere il futuro sognato. Peccato che negli anni successivi il miraggio si cominciò a trasformare in tragedia fino ad arrivare ad oggi che i nuclei industriali di tutti le città italiane sono ormai cattedrali deserte che offrono un macabro scenario di strutture industriali abbandonate e in molti casi pericolanti.
Aggiungo, per finire, che i nostri politici molto lungimiranti di quel periodo avevano già ceduto all’Europa molte lavorazioni tipiche delle nostre zone rurali, gettando nel dimenticatoio risorse di molte famiglie contadine come la cessione delle quote zucchero fatte da un famoso politico DC.
Detto questo oggi più che mai urge ricostituire dalle macerie e lavorare sodo per riportare ai traguardi di eccellenza la nostra Madre Terra.
E dire che il culto della Cerere Vesta, la madre terra, era uno dei principi sacrali e fondanti dell’Impero più vasto e importante che ci sia stato nella storia di tutti i tempi.
Ma siamo stati così smemorati da perdere quella che era una delle tradizioni da cui nasce la nostra bella Italia e che ha insegnato a tutto il mondo l’arte del governare e della Democrazia Partecipata e tempio del Diritto che ha ispirato tutti i tribunali e i sistemi in tutto il mondo civile odierno.
O tempora! O mores!
otto novembre del 63 a.C. Cicerone pronuncia una accusa in Senato per i costumi che hanno portato Roma Imperiale a un livello storico di bassezze politiche e di cospirazioni per interessi personali e si scaglia contro i responsabili di quello che gli storici indicano come la situazione di “Basso Impero” che porterà alla rovina la Roma Imperiale.
Se è vero, e io ci credo, che la storia è maestra di vita è arrivato il momento di rialzare la testa e far rivivere alla nostra bella Italia i fasti della produzione agricola che ci hanno resi famosi nel mondo e prestigiosi anche per costumi alimentari. Basta di importare costumi che non sono nel nostro patrimonio culturale .